giovedì 2 giugno 2011

Manifestarsi.


Stasera ne avevo voglia.
Avevo voglia di rivedermi qui, mentre scrivo con le gambe incrociate e gli occhi stanchi.
Cena dietetica portata a termine,studio più o meno considerato,disordine mentale e spaziale, nella testa e in camera.Per la prima volta sto aprendo quel grande coperchio che ha nascosto goffamente per anni qualche segreto di troppo..
Il miei segreti.
Di alcuni davvero, ignoravo la presenza.Mi piace chiamarli così, è un rumore quasi piacevole.Il velo che li riveste è l'unica cosa bella che possa attribuirgli.

Ieri, sembrava un giorno come un altro, marmellata di fragole, pennarelli sui libri per fissare concetti in mente,prenotarsi all'esame, uscire con le chiavi di casa chiuse in mano.
La psicologia è stata illuminante, per questo non potevo scegliermi un futuro più azzeccato.Perfetto, come il tassello del puzzle e lo spazio da riempire.
Ma stavolta non sono io ad osservare, non sono io a stringere gli occhi per cercare di interpretare e dare un nome al colore che le persone lasciano dietro di loro.
Sono io.Io che rivelo la mia combinazione a qualcuno per riuscire a capire che colore abbia.

Più o meno. Un Rosa antico. Un tono che puoi notare esclusivamente per qualche strano scherzo del destino.
Te ne accorgi, ma solo perchè non ho ancora avuto il tempo di nascondermi.
La prossima volta sarai prevedibile e a me verrà facile fuggire e a te altrettanto,dimenticare di esserti mai accorto di una ragazza che non si lascia avvicinare.
Il perchè, è una di quelle domande a cui seguiranno risposte che regaleranno un senso.
Si, questa è la parola giusta.

Un tono tenue il suo, quasi anacronistico.
Si è così tanto abituata a questo suo profumo che non si confonde con nessun'altro,a quella fragranza che si adatta al sogno e stona con le note di un pentagramma reale,che non riesce uscire dall'immagine incantata di se stessa,quella che ha imparato.
Non riesce a ricevere i complimenti e accettarli significa crederci,catturarli prima che rimangano a galleggiare in superficie, come se non le dovessero appartenere.
Lei può immaginare tutto,tranne che far posto a qualcun'altro nella sua vita
Qualcuno che La viva.
Che voglia Lei,Lei che sembra adeguata solo per se stessa.
Forse vuole tenersi tutta per sè, ma non è quello che desidera.
Abbassa lo sguardo, ma in realtà vorrebbe riuscire a sostenere quello di chi la sta guardando;
E proprio lì, come su un viso di ceramica,gli occhi non parlano più, scendono i capelli, nasce il confine invisibile.Quello che percepisci nonostante sia povero di contorni.
Anche se si accorgesse di avere uno spillo nelle sue tasche, quella bolla non la bucherebbe.
Ci penserebbe solo a mente fredda, quando è cambiato l'atto.

Assomiglia ad un'attrice di terza categoria, che per puro caso sono costrette a lasciare le quinte, ad improvvisare sul momento la parte della protagonista.Più bella, più sicura, perchè si manifesta.
Così..Credo di aver combinato davvero un bel guaio,avrei dovuto prendere sul serio il pericolo della gabbia dorata.


Mi faccio tante promesse, e altrettante devono essere le occasioni in cui dovrò mantenerle.

Basterebbe che mi rimpicciolissi come Alice, e che nel calore del palmo di una mano,riuscissi a trovare il coraggio di scivolare dalle dita e a regalare un po' di me, alzando di qualche centimetro il viso e spostando una ciocca dietro l'orecchio
Ma tutto questo devo farlo qui, con la mia statura, sbrinando questo groviglio un tantino gelato, con il tepore che proviene da me.


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