domenica 16 novembre 2008

Mandorle e Bonsai



" Ho fatto i miei conti e ho scoperto che non possiedo di più"Carmen canta e mette a nudo le sue fragilità , le sue paure, le sue sconfitte che l'hanno resa una meravigliosa donna da una dolce emotiva compostezza. Carmen non riesce a placare il suo tormento, interpreta i suoi sentimenti racchiudendoli in parole impegnate, incantate che profumano di poesia,che animano il cuori di personaggi che masticano mandorle, che rincorrono l'amore rapito dall'oltretomba, che si inebriano di un essenza segreta.Carmen conversa con la sua vanità,abbandona dolorosamente un amore povero, Carmen ha il coraggio di provare quello che sente senza stringere i denti sorridendo,la profondità dei suoi occhi neri non nasconde ipocrisia, conosce la voce dei desideri che viaggiano disordinatamente nella sua testa, così li acarezza e li veste di un colore meravigliosamente francese.Carmen é anche quella donna che nonostante senta le lacrime inciderle il volto, pronuncia un addio feroce,che combina frammenti di emozioni in inversioni di parole, credendo fermamente in lei, in qualcun altro,nell'arte che salva le anime tormentate modellandone dolcemente una mancanza, che condurrà alla ricerca più bella, se pur dolorosa, ad un segreto svelato.E tutto quel dolore, quel tremolio che ripetutamente frustrava il cuore,sarà stato solo l'unico mezzo avuto a disposizione, per conoscere,per vedere e sentire quanto può rendere felici, la sensazione di esserlo senza la paura che tutto questo sfugga dalle dita, che trapassi nel passato,affinchè non ci si chieda più se si è felici o no, quando la felicità non sarà più una parola ripetuta troppo spesso come qualcosa di cui si conosce la perfezione dell'ombra, ma non la bellezza del corpo.A volte sembra che bastino le parole di Carmen ad aquietarmi, nelle quali possa calarmi senza chiedere consensi o permessi,e i suoi racconti, le sue illusioni, le sue conquiste,hanno lo stesso timido e affascinante aspetto di quello che sento anche io, di quello che ancora non mi è stato impresso dalle emozioni.E mi osservo, mi guardo negli occhi, sfrego la punta delle dita, mi rileggo,mi immagino tra qualche anno, con una storia in più da raccontare, con qualcosa in più da dare, con la mia voce che avrà cambiato veste ma non il suo colore, un viola intenso che brilla, che non scende a compromessi con la velata patina malinconica che qualche volta lo ricopre.E così sento di doverla quantomeno ringraziare,per tutte le mattine in cui le sue calde vocali aperte mi sciolgono il sonno, per quel breve tratto di strada in cui percepisco la velocità del tempo che corre,senza sentirmi un ombra estranea, incastonata in un quadro indecifrabile.Cè del bello anche qui, qui dove capita di sentirsi inadeguati per imparare ad amare,ed è proprio questo senso di inadeguatezza che mi ha permesso di scoprire quanto è bello il mio posto nel mondo, privo di indici ed epiloghi.

giovedì 16 ottobre 2008

PaThOs


Oggi, Ora, Adesso..sono presente, sono qui, ci sono stelle che si accendono sulla pelle, l'eco di armoniche parigine che rieccheggia nelle vecchie cantine, dove il profumo del vino diviene custode di segreti, ci sono archi che tremano, che ruggiscono sfregando corde croccanti, cè del miele che addolcisce i cuori malati, dell'acqua che consola la sete d'amore, di gioia, di conoscenza.Cè la pioggia che rapisce le lacrime partorite da una grande forza, più che dall'umana debolezza, cè la mente che ci possiede, ci tormenta, che ci rende inquieti, che ci accompagna, che ci asseconda, ma che è pronta a tacere qualora non ci permetta di essere felici, come la furia del vento piega le spighe del grano, così dobbiamo imparare a lasciarci sfiorare dalla luce, un sole che irrobustisce i nostri rami fino a renderci ancor più forti per affrontare la più grande delle tempeste,uscendone illesi.Ogni cicatrice non è altro che una foto in bianco e nero da custodire per ricordare che come siamo stati feriti, possiamo guarire, che come siamo stati felici possiamo riesserlo.Il cielo può smettere di fare da tetto ad un mondo di paure e lacrime, cè della verità da riscoprire e da ricordare, cè della saggezza da riconquistare, cè bellezza, amore, la sensibilità che oltre a fare piovere sotto le ciglia rende nobili.La vita può cambiare in quello che gli antichi hanno chiamato attimo, si comincia a vivere nel momento in cui si smette di sopravvivere nell'attesa, quando il ieri e il domani porranno fine ai loro girotondi attorno si nostri pensieri.Forse questo significa sentirsi liberi.Il folle volo è davvero la nostra più dolce prigione.Per la prima volta sento la mia voce attraversarmi incondizionatamente, nasce, brilla, mi disarma e colpisce dritto al cuore, è più forte, ed io respiro con lei.

sabato 13 settembre 2008

Equilibrium


Questo è uno dei ritorni più piacevoli che l'estate mi abbia mai regalato,la musica che cercavo da tanto tempo ha finalmente abbracciato il mio spirito,il mondo maldestro che negli ultimi anni è stato il mio palcoscenico, tessitore di insidie, di comparse indisponenti, di buffe e repentine metamorfosi emozionali che mi hanno spinto a dondolare tra istinto e ragione,ha cessato di coinvolgermi.Ma quel bivio che avevo sfiorato la scorsa primavera è ormai lontano.Così come un veloce salto nell'ombra ho imboccato quel sentiero,ho scorto lo scrigno incantato e ho catturato il mio segreto.E questa è solo la scia luminosa di una serenità che il mio cuore sta assaporando, ogni effimera debolezza temprerà ancor di più la mia forza.Non ho più bisogno di consensi,di un perdono e di un ritorno.Cè un inizio,una parete bianca dalla quale staccare la mia vecchia carta da parati stropicciata tanto fredda da ghiacciarmi la schiena, quando vi scivolavo esausta.Non esiste pù stanchezza, inerzia,occhi umidi frequenti,ho solo voglia di vivere, di vivermi, di assecondare la mia sete, di smettere di pronunciare un no in grado di trattenere il fluire di sogni che divengono perle di aria leggera.Ed è così che alterno un passo ad un volo, e per me non esiste migliore equilibrio e altra meraviglia.


martedì 24 giugno 2008

Secca primavera..


Soffoco.Questo caldo non sta facendo altro che sbiadire la luce dei mie colori, ritratti nati nei riflssi di una pioggia d'argento,una tela crudele ha assorbito le sfumature più belle,rese concretamente visibili dall'amore di pensieri ribelli e incondizionati.Ma sono un estranea,non erano questi gli alberi in fiore che solo sognando donavano a questo corpo bollente una delle ombre più dolci.Non erano quelli i gesti, le parole.Questo posto non mi appartiene,non ho più voglia di naufragare, di perdermi perchè puntualmente ritrovarsi costa sempre a me stessa maggior fatica.Non è volare quel che voglio,perchè lasciarmi ferire da un asfalto spietato non ha fatto altro che consumare le mie ali.Ho sbagliato a lasciarle andare, ad accondiscendere il loro desiderio, convinta che un'altra fuga riuscisse a rendere più semplice accettare il mio ruolo, la mia condizione di una tra le più comuni mortali.Voglio bruciare su questa terra, voglio sporcare il mio viso di fango, trattenere sabbia nera tra le unghie,ingoiare anche le ciliegie più amare e scoprire che in fondo il loro sapore poteva recare tanta meraviglia e persuasione..Voglio annusare e accarezzare il mistero di una vita assaporata giorno per giorno dove non esista nè il mio passato, nè il mio futuro.Ora, oggi , adesso,questa notte, io sono, esisto e sento di poter sopravvivere senza il bisogno di lasciarmi coccolare da qualche instabile congettura .Ormai ogni conforto nato e cresciuto al di fuori del mio corpo sembra esser niente più che un misero consenso.Non ho più bisogno di chiedere permesso come una giovane mendicante,che con occhi d'indaco nascosti da una tela forata aspetta speranzosa sul gradino più gelido, macchiato dalla morbida neve d'oriente, che quella porta si apra, che qualcuno risponda e accolga la sua commovente richiesta,un desiderio incorporeo, fragile, meraviglioso.. ma la felicità non ha forma, ne profumo,non è una preghiera, nè una necessita persa nelle tante urla impazienti.E' qualcosa che si sente quando non ne si ha il bisogno, quando sembra andar bene così.Bè, io nn lo sarò mai, forse perchè quel che trattenevo tra le mani tremolanti non era mai stato abbastanza.Non ho più voglia di aspirare a sogni cresciuti e sepolti da tanta sproporzionatezza.Ho capito che maggiore è il bisogno di esser felici minore è la possibilità di riuscirci.Il tempo sarà sempre così spietato, la gioia così fugace.. In questo cuore sento solo grida di violini scordati,sento che i miei desideri sono semplicemente invecchiati forse perchè ho perso i miei orizzonti, e il mio sguardo non può far altro che imprigionarsi tra rami sottili e spinosi, in questo vuoto, invisibile, ma così doloroso..Sto soffocando, neanche le lacrime riescono a rendermi quell'elettricità, quel bruciore che mi arrossava le guancie, che costringeva il mio stomaco a piegarsi sul divano del mio salone,attorcigliata in una coperta nepalese.E l'illusione che questa mia prigione divenisse anche piacevolmente dolce sembra essere la mia ennesima delusione.Questo sole non smette di spargere le sue goccie, ora che ho strappato l'amore per il cielo dalla mia schiena, sono finalmente qui, le mie cicatrici piangono, sono coperta di polvere,e da questa luce che mi punisce consumando lentamente nel fuoco il ricordo del mio ultimo volo, prima di cadere, rannicchiata, nascosta da queste nuove radici, che nonostante vogliano sembrare così gentili, non mi restituiranno mai quel che mi è stato tolto.

lunedì 16 giugno 2008

Solo onde..


Una gelida marea, un turbine infinito di emozioni che ondeggiano, crescono e cadono sfrangendosi serenamente indifese nelle pareti levigate e tumultuose di una tempesta che sta nascendo.Se sono figlia, sorella, amica delle onde, perchè tutta quest'esitazione nel preferire restarsene su di una riva appuntita stretta,perfino la sabbia ha perso il suo smalto dorato, questa terra è testimone del mio passaggio, delle mie gioie e dei miei dolori.Le orme mi raccontano, sussurrano a qualche passante sconosciuto quel che ho amato e disprezzato di quelle dune informi, ogni errore commesso è divenuto una morbida ricchezza.Diranno che ho tanto peccato, che ho preferito il fuoco e desiderato il rischio, che ho voluto bruciare nelle mie esagerazioni senza aver paura di tornare ad essere cenere e poi dinuovo luce e nuovamente polvere.Amo, perchè l'odio non mi appartiene, piango quando ho il coraggio di mostrarmi debole difronte agli altri,sono vulnerabile, e forte allo stesso tempo,desidero essere perfetta pur non conoscendo il volto della perfezione stessa, desidero stabilità ma è la perdizione che mi rende davvero felice tingendomi di viola quando riesco a volermi bene, a volere bene..Diranno che i miei pensieri seguono i travestimenti della luna, ma è la sicurezza ad uccidere le speranze portando a storte disillusioni, amo il dubbio, odio il dubbio, amo il non sapere pur consapevole che è in grado di distruggermi, lo detesto perchè in un istante vivo, in un istante muoio.Diranno che non mi so accontentare, sbagliano, l'ho fatto nel momento in cui ho prestato attenzione ai loro bisbiglii, diranno che ho sempre creduto di essere speciale, ma sento solo di esser diversa,non migliore, diranno che bevo troppo caffè e che non colgo gli attimi, non nutro grande simpatia per il carpe diem, in un attimo tutto può iniziare ma anche finire, preferisco il tempo nella sua interezza, che mi culla, mi abbraccia,che cicatrizza le ferite abituandomi a sentire il bruciore superficiale di altre.Diranno che credo negli angeli, che quelle che chiamano coincidenze non sono altro che il soffice volteggiare delle loro piume, lasciate cadere sulla terra.Diranno che amo i colori e non vesto mai di nero, che ho una predilezione per il nord rispetto al sud, che in questo periodo sto imparando, sto scegliendo, sto cambiando..Diranno che preferirei versare lacrime per un nuovo miraggio piuttosto che essere cieca, diranno che ho tanto da donare anche se mi ripetono che non è il luogo nè il momento,e la bellezza in tutto ciò è che posso serenamente infischiarmene.Diranno che ho paura di essere felice, forse perchè dalla fugacità dei bei momenti non posso difendermi.Diranno che le onde mi stanno aspettando, che il mio oceano è lì, ad un passo.E Cosa mi spinge a fuggire (?), devo ancora scoprirlo.

domenica 8 giugno 2008

Pioggia che tutto lava e cancella..

Piove..Ed io amo la pioggia che mi libera dalle disillusioni, che mi allontana da pensieri nostalgici ingannevoli, affilati, quelli che la primavera riveste di una luce diversa, semplicemente più bella, distante dal loro realistico aspetto.Conosco a memoria quei ricordi, li ho stretti nello scomodo limbo della mia mente,lasciandoli libero transito pur consapevole della loro debolezza che nn avrebbe mai potuto sopravvivere al ritmo dei giorni e delle emozioni che avrei voluto vivere.Per questo non rinnego le mie scelte,il mio più grave errore è sempre stato quello di volermi ricredere pensando addirittura che le mie decisioni non fossero abbastanza ponderate..Ma, ho avuto la conferma che serviva, che putroppo mi ha dato nuovamente ragione...E questa pioggia ha ucciso il pericoloso effetto che i ricordi hanno su di me.Non esiste vendetta che possa nutrire, la ripicca appartiene a chi ha ancora molta strada da fare, a chi non smetterrà mai di dover crescere, a chi non ha personalità , a chi ferisce solo per guarire il proprio orgoglio.Ancora una volta della polvere, un passato che si sgretola morendo.Non volevo che finisse così, in questo modo, ma nel momento in cui le persone si incontrano non esisitono contratti a lungo termine, ci sono gli abbandoni, gli addii drastici e dolorosi ripensando ai giochi e alle vecchie foto in cui si era salvi, bambini.Se la viltà può rendere felici, che sia.Non è il riflettere la propria rabbia sugli altri che ci rende la consolazione di cui abbiamo bisogno..Ormai,non mi stupisce che anche le amicizie più belle possano finire, ma è sempre così triste quando accade.. se questo è il prezzo da pagare per chi diventa grande, vorrei solo tornare una bambina.

giovedì 3 aprile 2008

........Dinuovo e per sempre su queste sponde.....


Finalmente,questa mia lunga assenza è giunta a terimine, avevo dimenticato il tenero entusiasmo che la mia penna aveva perduto.E' il momento di dar corpo a tutte quelle parole che ho trattenuto e messo a tacere in uno dei miei angoli più stretti e nascosti del cuore, così mi sono persa in una delle tante strade affolate,in un silenzio che il rimore del mondo non è riuscito a rompere,ho raccontato,rivissuto, ho deciso di rinascere per poter respirare gli ultimi ricordi, quelli che pian piano sto lasciando morire,quelli che perdono il profumo,i dettagli,il calore di sensazioni che per qualche tempo sono state il riflesso dei miei giorni.Quel fango scuro,avvolgente che ha intriso la mia pelle, che mi ha sporcato l'anima, che ha ucciso le certezze,dipinto di nero lacrime nascoste,che ha graffiato gli affetti, che ha rapito gli ultimi resti di un incoscenza troppo povera, mi ha cambiato meravigliosamente.Ma non così radicalmente, in fondo l'esagerazione rimarrà sempre il mio miglior pregio e il mio peggior difetto,perchè il gettarsi oltre i propri confini è così affascinanante ma altrettanto doloroso.So solo che ho bisogno di emozioni forti per soffocare una mancanza che ingenuamente mi condiziona.Non mi accontento, non lo faccio perchè non ne sono in grado, forse perchè a differenza di tutti i miei coetanei sento di volere qualcosa di più,qualcosa che non si limiti al solo ricambio d'affetto, ma ad un coinvogimento emotivo,uno scambio involontario e inconsapevole che arricchisce e che nutre senza chiedere nulla in cambio..Mi chiedo perchè sia così difficile capirlo.Ci sono volte in cui preferirei davvero unirmi alla frenetica gioventù che mi affianca al marciapiede opposto, e affrontare ogni cosa senza impegno, senza senno di poi,sopravvivere godendo di tutto ciò che il presente può offrire, senza pensare alle conseguenze, alle illusioni, ai ripensamenti, ma se pur volessi provarci, so che non ne sarei capace, forse perchè sono convinta che in fondo quello a cui aspiro mi donerà emozioni indimenticabili, profumi e senzazioni che ho sempre sognato, percepito nella mia immginazione.Non so cosa sia a darmi tutta questa fiducia, ma non voglio dare il mio contributo al degrado sentimentale dei nostri giorni,capisco perchè un giorno mia madre mi chiamò creatura da amore,è stata lei ad insegnarmi che cosa fossero i battiti accellerati e le stelle negli occhi, sono state le lettere giallastre dei miei nonni sulle quali il fronte ha lasciato il suo segno scarlatto, sono stati racconti e vecchie foto in bianco e nero a convincermi che esiste qualcos'altro oltre a quest'amara superficialità che rieccheggia nell' indifferenza di qualche sorriso distaccato.Non ho bisogno di fingere di amare per lasciar trascorrere più velocemente il tempo,ora ho la musica, la mia divisa con una croce rossa al braccio,il sogno di un camice bianco,e altre anime perse con le quali condividere gli stessi ideali e le stesse speranze.So che il tempo mi darà ragione, e che la sensazione di questo cuore addormentato svanirà piano piano, perchè alla mancanza tanto sofferta da Eros segue la bellezza, l'amore nella sua più straordinaria concretezza, che stia filosofeggiando o no, io ci ci credo davvero...Ma intanto ho una nuova primavera, come quella che mi ha accolto alla nascita ,come ogni anno sta sta svolgendo il suo corso spargendo di fiori la mia ombra.

sabato 23 febbraio 2008

..Coraggio..

Bene, è sempre un piacere scrivere con la febbre, soprattutto dopo aver passato un intero pomeriggio dentro un morbido plaid, con qualche libro lasciato disordinatamente sul cuscino, e una tazza di the caldo accanto ad una vecchia sveglia che scandisce le ore nella mia stanza senza tempo.Già, sembra quasi che le ore non trascorrano nel mio mondo, e ogni singola sensazione è amplificata tanto da riuscire a scoprirne ogni dettaglio, tenero, insignificante e mai superfluo.Non esistono errori, ripetizioni,indiscrezioni, cancellature sbuffate, ma solo pensieri che si susseguono, che senza permesso nascono e muoiono,un elettricità che sconfigge la noiosa andatura del mondo reale e si perde nei vecchi ricordi, nelle lacrime di qualche rimpianto, nelle sfide vinte e nelle sconfitte apparentemente subite, nelle illusioni volutamente abbracciate, perchè sognare è indispensabile anche quando l'immaginazione non è in grado di sostituirsi all'insoddisfacente verità dei nostri giorni..Siamo passanti disorientati, conosciamo a memoria ogni angolo,convinti di non vedere, di non sapere, di voler delle risposte che offuschiamo volontariamente, perdersi per poi ritrovarsi, ma a volte la paura sembra prevalere sul coraggio che è in ogniuno di noi, quello di un bambino agli albori dei primi battiti , che impugnando goffamente un pennarello, dona alla sua lei parole d'amore,raccontate da una calligrafia storta e tremante.Lo stesso coraggio che da più grandi dimostriamo nell' affrontare un esame che siamo sicuri testardamente di non superare, lo stesso che sentiamo sfiorarci la pelle nel perdonare,nell'accettare le debolezze,lo stesso che salva le anima più sensibili a combattere la superficialità che vediamo volteggiare nell'aria respirata ogni giorno..Il coraggio di non vergognarsi della propria fragilità, di proteggerla dalle aride occhiate di chi ha ancora molta strada da fare, di donarla senza chiedere nulla in cambio, di permetterle di volare e di lasciarla rapire per sempre da chi saprà proteggerla,accarezzarla ed amarla..rendendola sua in un unico, indimenticabile abbraccio..La profondità umana se lasciata respirare non ha limiti, potrebbe salvare questo mondo distrutto e ferito, medicare le cicatrice inflitte da un inconsapevole indifferenza, nutrire di luce gli occhi sfiorati da quella lieve ombra di tristezza che si lascia trasparire da un sorriso costruito, desiderato, ma non sentito, tutt'altro che sincero..Un giorno,il brusio di questo vuoto smetterà di rieccheggiare tra i vetri impoleverati della mia stanza.Io, che ora sto costruendo la mia vita,vorrei tanto esserci quella notte, e percepire nei volti sereni di chi mi è accanto il profumo, la bellezza di quei valori amati grazie al solo ricordo di un passato che mi è stato raccontato, un giorno faranno parte anche del mio presente, ora sono la luce, il bagliore della felicità del mio futuro, e di quella che un giorno sarò potuta diventare.

martedì 19 febbraio 2008

..Il bivio del mio febbraio....

Ah, finalmente ho dato il mio addio ad un altro letargo, quei fastidiosi periodi in cui ci si sente tartarughe assonnate sopra foglie di insalata, e si ronfa spudoratamente anche quando non è possibile prendersi una pausa di rifelssione dalla stressante routine quotidiana, dove le depressioni sentimentali di Catullo, e le allegorie dantesche occupano fastidiosamente i preziosi lati del mio tempo...Mi rendo conto di quanto sia difficile costruire, e abbozzare su di un foglio stropicciato lo scarabbocchio di quel che un giorno potrò diventare,ma così facendo perderò di vista la sagoma di questo presente che tendo a dimenticare per immagginare il mio domani evanescente, che fluttua nell'aria, indebolito dalla razionalità imposta di una materiale arroganza che però, aimè ,ha sempre mandato avanti il mondo.Perchè non posso far altro che catturare ogni dettaglio del bivio che annega questi occhi impauriti,? Perchè ho voglia di vivere ciò che ancora non ho costruito,?Passerà anche questo momento, come hanno fatto molti altri,ma questa volta nessuna stella mi sta indicando la strada, e quest'oscurità, dove nulla è definito, dove ogni cosa può solo essere immaginata e mai vissuta realmente ,comincia a non bastarmi più..Quei cambiamenti che tanto deisideravo,mi hanno aggredito improvvisamente, lasciando solo qualche frammento di vetro appuntito accanto a i miei piedi nudi e indifesi,vorrei solo che arrotondassero la loro punta volandomi intorno, ricombinandosi nuovamente in cristalli di luce, liberi da quell'affascinate fragilità che li ha trasformati, resi semplicemente meravigliosi.Sarà che forse non sono poi così diversa dalla fairy girl che Elisa raccontò qualche anno fa.Alle ragazze spirito non è consentito fare a meno della bellezza dell'arte,del bruciore delicato di una passione appena nata dagli angoli più segreti del cuore, di timide lacrime di cera colate da una vecchia candela.Il mio debole per gli artisti non morirà mai, me ne rendo conto,ad ogni loro incontro che mi arricchisce,dalla luce che traspare da un sipario teatrale, dal timido inchino di un attore o di un musicista alla sua prima esibizione, dal sorriso imbarazzato di un poeta che poco tempo fa ha stretto nelle mie mani la sua prima raccolta di versi, un anima preziosa icontrata per caso, un cuoco pentito che ama maggiormente assaggiare che affaticarsi al vapore dei fornelli,un prezioso aiuto regista di Pupi Avati, un amante del teatro, un semplice portavoce di infinita meraviglia.Ed è così che lascio trascorrere molte delle mie eclissi interiori, vivendo della disarmante sensibilità di chi veste di arte e sentimento la propria quotidianetà, fatta di biro consumate, di copioni posseduti dall'odore di una sigaretta fumata freneticamente, di una simpatica caffettiera, dolce compagna di chi scrive ispirato dalla notte e dal candore di una luna che culla le stelle,di pennelli, che abbracciati a delle dita affusolate sorreggono il peso dei colori. Così, le armoniche di campagna, copriranno la leggerezza dei mie passi caplestare le
foglie scarlatte dimenticate da quest'autunno appena trascorso, un ultima carezza alla mia quercia, la splendida amica di questo così affascinate bivio, che ha donato a questo febbraio,un così tenero smarrimento.

domenica 27 gennaio 2008

....Nella memoria..


Una domenica un po grigia, all'insegna di un ricordo, vissuto nella spietata commozione difronte ad una delle tante immagini raccapriccianti di questo dramma umano,superficialmente dimenticato tra le pagine di un libro di storia mai letto e consultato.Perchè questa è l'Italia, un luogo dove anche la più cruda delle realtà del vecchio secolo si è ridotta ad un semplice e insulso, direi ,anche sudicio conflitto tra i due estremi di una classe politica ingiusta e corrotta.E dubito, dubito del futuro, in un presente dove memoria significa schieramento politico, dove, in uno dei tanti volti graffiati dal filospinato, la tragica rassegnazione di una dignità perduta diviene insipida strumentalizazzione.In quei gelidi campi coperti di neve, l'umanità è stata strappata,l'anima violentata, l'identità è divenuta un marchio,e il dolore un bruciore impercettibile ,nutrito, coltivato, fino a divenire una malattia incurabile, indelebile, come può esserlo solo il segno del male del mondo inciso brutalmente sulla pelle, vivo nelle pieghe dei polsi.Il cuore è malato, il ricordo è soppresso nel gelo di un tempo che trascorre velocemente, forse troppo.Io non dimenticherò, questa è la sola amara consolazione, non dimenticherò, per coloro che sono stati umiliati, per ogni lacrima derisa, per ogni madre che ha tenuto stretto sul grembo il suo bambino prima di addormentarsi per sempre,gettando un ultimo respiro, abbandonado i polmoni ad un veleno silenzioso, e accasciando lentamente la testa a quella del suo piccolo, non dimentico per i corpi straziati, disprezzati, gettati in una brace assassina, non dimentico perchè le urla sono state uccise da un silenzio crudele, che ancora respira,in quei luoghi dove la musica della vita si è spenta,giacendo nella neve.A volte penso che se il cuore della terra smettesse di battere, se una catastrofe naturale impresionasse l'indifferenza umana,assisteremmo ad un nuovo stato di coscenza,grazie al quale l'uomo riuscirebbe a riscoprire pienamente il valore dell'esistenza.Stamattina mentre intingevo i cereali nel latte, ho prolungato la mia colazione seguendo VOYAGER,confido seriamente nella profezia maya, 3 giorni di piena notte riuscirebbero a prevalere sulle materiali attività frenetiche dell' uomo, e per chi ancora non si sarà documentato, l'ipotetica e infondata possibilità della fine del mondo, risulterà l'unica occasione nella quale potremo comprendere e capire, che sopra di noi vi è qualcos'altro, cè una terra da salvare, dei valori da difendere, delle giornate da vivere come se fossero sempre le ultime.C'è l'amore, la nostra dolce umanità da proteggere.Spero che voltarsi indietro" meditando che questo è stato" possa spingerci a guarire la nostra società, ad amare la vita tornando ad essere uomini.E così, nella musica del silenzio di quelle grida dimenticate risuonerà la timida voce di un perdono, per tutte le vittime, per tutti coloro che tutt'ora hanno la forza di raccontare , rendendo un tragico ricordo una preziosa, commovente testimonianza.

mercoledì 16 gennaio 2008

Una nuova volta...







Oilalà, sono contenta di poter sentire il coro "allelujia" dei miei tasti neri, che nostalgicamente ho trascurato per qualche settimana, me ne addoloro profondamente, ma il nuovo anno mi ha regalato un paio di giorni in stand-by, per perfezionare e deliziare i miei malcapitati passanti con nuove, brillantissime, duemilaottissime "seghine mentali", che devo dire sono mancate anche alla sottoscritta.Infondo senza che me ne accorgessi consapevolmente ho lasciato che molti cambiamenti mi incrociassero con una fuggente coda dell' occhio, che siano state quelle mattinate fredde, con lo zaino in spalla e il dizionario di greco alla mano, le solite dita gelide per l'ansia delle mie ipotetiche interrogazioni della prima ora, e i capelli arruffati di chi molto faticosamente si è appena svegliato.Non saprei, ma in fondo è così di poca importanza, le mie pagine, si stanno pian piano vestendo di sorrisi, scarabbocchi e del profumo di un inverno che si ostina a non volerci degnare di un solo cristallo di neve.Ma va bene così, la pioggia è stata sempre la mia dolce compagna di sogni e segreti, lo scenario delle mie tempeste interiori, e la festa domenicale dei mie riccioli che tanto la adorano.Eppure, si ricomincia, ci si inginocchia sfiorando la terra( già detto più volte), si riparte, e si corre verso ignote sensazioni.Quante volte mi sono osservata dall'altra parte di un marciapiede,ho lasciato che mi voltassi,indietreggiando, per l'immane timore di sbagliare, e mi sono lentamente allontanata, con qualche nota di nostalgia nelle tasche,la nostlgia di un qualcosa che non mi è mai appartenuto materialmente, ma che ho solo sfiorato con la tenerezza di qualche momento.E in queste occasioni mi sono spesso detta: Ma quanto sei idiota!!! con più che ferma consapevolezza, e immagginavo velocemente la mia caricatura astratta darsi una bastonata in testa, un po come Lolle, quella del telefilm made in Germany di Mtv, dalla quale differisco davvero molto poco, tranne nei platonici momentacci di depressione,quando io piango sopra ad un pomodoro e lei ad un barattolo di krauti sott'olio.Lolle è la mia alter ego berlinese, determinata, irrazionale,amante dei fumetti( solo da lei disegnati), che sentimentalmente ama andare in cerca delle situazioni più complesse e intricate, perchè sinceramente, a noi la semplicità non piace proprio, certo non ho ancora avuto l'occasione di innamorarmi di mio cugino, e fortunatamente credo sia alquanto improbabile, ma insomma un espressione buffa e capricciosa, una perfetta calamità per tutto ciò che comporta indecisione, dubbi e l'improbabilità della vita( che amiamo davvero tanto) perchè in fondo ci sorprende e ci permette di sorridere, annegando tra lacrime e risate,viaggiando dalle più solide certezze al più estremo stato confusionale(amico mio!!)Sbattiamo una porta ,poi la riapriamo, e poi la richiudiamo e poi,la spalanchiamo, gettiamo la chiave, e camminiamo in un altra sconosciuta direzione che l'ispirazione ci ha indicato in quel momento, demoliamo, e ricostruiamo, sbagliamo per rimediare ai guai combinati nei momenti di smarrimento, ci pentiamo spesso, ma da buone testarde vorremmo sempre avere ragione, abbiamo uno stile tutto nostro,corriamo sotto la pioggia con il solito cappello peruviano dalle treccie colorate, e lasciamo nello specchio delle pozzanghere le traccie dei nostri sogni.L'anno è appena partito per una nuova avventura di 365 giorni,e io,sono rimasta quella che ero, con una matita tra i capelli e una sciarpa viola al collo.E' davvero giunta l'ora di rischiare e abbandonare il limbo dell' incertezza, è tempo che una nuova primavera baci quest'inverno, gelido e timido, che sciolga le vecchie nuvole e ci doni quel profumo di cui tutti andiamo in cerca,solo un po di felicità, e il coraggio di mettermi in gioco.Così ho lasciato alla mia porta una scritta:LAVORI IN CORSO, credo che mi aspetti un periodo davvero laborioso....Ma sto semplicemente cominciando a vivere.

mercoledì 2 gennaio 2008

La neve nel cuore


Cè del nuovo, dello sconosciuto che riempie di dubbi queste notti che cantano neve,una soffice pioggia di carezze bianche,di gelide dita affusolate che rubano luce,un tocco leggero e sottile pronto a incidere cristalli su vetri dimenticati.Stringo la mano infreddolita di un domani che ancora non conosco ,trattenendo in tasca una dolce curiosità, timida se scovata da occhi indiscreti, impreziosita da una lieve incoscenza che leggera si lascia cullare,appoggiando sul petto di un vento amico una guancia morbida e fresca come quella di un bambino che dona le sue prime lacrime al collo della mamma. Essere all'inizio, in punta di piedi su un pavimento invisibile,aggrapparsi a fili di lana tenuti dal cielo, sfidare la vertigine e lasciar cadere lo sguardo nel vuoto,senza aver paura.L'anno che comincia a correre,che si piega sulle ginocchia, che vola portando via con se il profumo consumato di momenti vissuti, stretti nei pugni di chi non voleva ancora separarsene,straccia la seta di emozioni ancora da cucire, rimane chi riesce ad affievolire il dolore chiedendo un ultimo attimo per poterli ripercorrere con il ricordo, conservandone una sbiadita immagine,già impolverata da un presente invidioso.Ci si sente poveri,infreddoliti come un senza tetto che si riscalda il cuore sfregandosi i guanti, lisi dalla compagnia di troppi inverni,..Eppure quegli occhi stanchi, feriti da un'amarezza che solo la solitudine può recare, conservano ancora quel palpitare di luce,il desiderio di sopravvivere ad un altra stagione, il desiderio che l'ombra di due scarpe pulite si avvicini protendendo una mano, pronta a prendersene cura.Il nuovo anno ci spoglia,porta via qualche emozione, ma non esita a renderci nuovamente altrettante meraviglie da vivere,amare e trattenere sulla pelle.. Ieri notte, in macchina,apoggiata la testa al finestrino ascoltavo wonderful life di zucchero, ho voluto credere davvero che la vita fosse meravigliosa, .Sono pronta, povera e desiderosa di altre nuove scoperte, mi abbandono allo scorrere di questi giorni che ho tanta voglia di vivere...così ho sciolto la mia neve nel cuore.