venerdì 26 giugno 2009

cOme IN un QuaDro


Renoir, il favoloso mondo, l'arte che nasconde dietro ai giochi di qualche pennello il segreto del diverso.

Così amiano percorrere stradicciole,piccoli sentieri angusti rispetto a quell'enorme autostrada centrale accessibilie a tutti, un po piatta forse,fastidiosamente leale, perchè chi sente e percepisce quel desiderio di ricerca ,di evasione, chi sta cercando la sua piccola verità, sa bene che non troverà nulla di tutto questo, da quella parte.O forse no.
Ma le circostanze, gli eventi che si incastrano, la mente che cambia e che comincia ad ascoltare il suo respiro, fanno sì che quel qualcuno un giorno possa cambiare idea, e così muovere un passo indietro e voltarsi da quella strada.

In tutto questo,nella poesia, nell'arte, nella musica, cè sempre stato chi ha voluto il diverso, chi ha scoperto e ritrovato tra le mani affaticate un segreto.La vita del sentiero, per pochi risulta facile.

I piedi troppo esitanti si feriscono, sassi, erba ruvida temprano la pelle, l'anima.Non si conosce alcuna destinazione, esistono solo domande, sul futuro, sul presente che sfugge e che vivendo nel mezzo, interesecando la nostra visione temporale, lascia a noi la libertà di oscillare, una volta tra il passato, i suoi ricordi, i suoi errori, la sua nostalgica spensieratezza, l'altra su quello che avverà, e il nostro sentirci sospesi su di un filo che siamo noi stessi a tendere e a filare.

Oggi ho scoperto che il diverso non conosce ombra,si amalgama come crema macchiata dalla buccia di un limone maldestro.

Ma non tutti riescono a scorgerlo.

La ragazza con il bicchiere, era Ameliè, a volte sono io, a volte tutti noi.Un istante che si imprigiona, chi conversa con i propri amici, due amanti che si corteggiano, sguardi innmorati, persi nel vuoto, pensieri che si muovono in silenzio.Lei, lei è assente, il suo nome , la sua firma ornata di un meraviglioso estro non appare in quel registro.
Lei non vuole esserci, o meglio, lo vorrebbe, ma per quel momento, non si reputa degna, accetta il disimpegnato ruolo di un comparsa.Così sembra aver perduto il suo sguardo, riflesso sul vetro opaco di quel bicchiere, freddo,ma che riempie la sua mano.Lei non si chiede più il perchè quei personaggi , così vicini, ma allo stesso tempo incredibilmete distanti, non si accorgano della sua ombra, della sedia che la sta abbracciando,del profumo che la sua sete di sogni sta emanando.Lei cè, eppure, non si vede.
Allora il diverso, non colpisce più degli occhi curiosi ,è lì, incastonato come una pietra preziosa, che riesce a persuadere solo la vista di chi conosce la dura vita del sentiero.Anche lei sta percorrendo quei luoghi angusti,ma i suoi piedi il più delle volte accarezzano le pareti del cielo, ci sono ali che la sospingono oltre l'umano visibile, ed ecco che la realtà perde importanza, perchè per la sue emozioni avide di sopraffazione,la luce reale non ha colore, odore, il cuore non riesce a sentire il suo bisbiglio.
Lei sa, un giorno,qualcuno,lì, in quel quadro così perfetto nella sua spontaneità, percepirà il rumore di quel bicchiere poggiarsi sul tavolo.Lei non amerà più rimanere segreta difronte al cospetto del mondo, smetterà di avere paura.
Cosa la aspetta lì fuori?
Lei sa, perchè conosce il bruciore delle sue lacrime che quel sentiero ha assorbito, si osserva,davanti sente il calore di una strada illuminata da lampioni sorridenti, il tempo canta le sue ore, non esiste ritardo nè fretta, tutto quello che ha sempre desiderato scoprire è lì ,lentamente scarterà come carte di caramelle le risposte alle domande che l'avevano sempre turbata e oscurata con quella sottile patina che la rendeva invisibile,donandole un tenero senso di protezione.Lei è splendente come una chiave d'argento chiusa in una piccola scatola legnosa.Ha voglia di uscire, e quell'attimo, quell'istante in cui sembra pietrificarsi come un cristallo di neve sul ramo di un albero è necessario per riuscire a trovare la forza che le serve, la silenziosa andatura di quella riflessione la sta cambiando, la sta dolcemente invitando a posare quel bicchiere e ad alzarsi da quella sedia.Sta tremando, ma il timido desiderio di uscire dal quadro e di scoprire la vita, sembra aver mosso il suo cuore impaurito.
Lei sta scoprendo il coraggio.
Per la prima volta un emozione vera, reale,all'altezza dell'incantevole profondità del suo mondo.

domenica 21 giugno 2009

Ermetismo


No, non ho bisogno di questo.

giovedì 18 giugno 2009

Nous ChanTons


Oggi, l'oggi che aspettavo è arrivato, in punta di piedi forse, anche un po esitante e timidamente impaurito.Oggi,chiederò solo ascolto, orecchie che sorridano alla smorfia dei miei suoni.

Oggi dovrò perdere la memoria e la vista, il contatto con gli sguardi che cercheranno di catturarmi,oggi, come in un grande palco per danzatori, la prima ballerina,accarezzata da seta bianca, sorretta da gambe affusolate, sarà la mia percezione.

Sentire.Rivolgere la voce in alto, mantenere la giusta forza nei piedi.

Cantando si oltrepassa quel limite tanto detestato, amato, immaginato, tra la terra e il cielo.

Anche le emozioni più fragili assumono un colore, un aspetto, una forma, un suono che ben plasmato può solleticare le sensibilità di chi lo accoglie suscitando una nuova emozione.A volte, capita che io non mi senta una cantante,per l'imbarazzo forse, o perchè credo sia un dono troppo prezioso da accettare.

Così, canterò per me, per voi, per tutti coloro che lo vorranno, senza la paura di dover dimostrare qualcosa, di deludere le mie aspettative, anche se, non lo nascondo, sarei contenta di superarle.

Sarò me intonando le note di Demian.Sarò me in Maria maddalena , nelle sue insicurezze, nella sua paura di realizzare la natura del sentimento che la lega inconsapevolmente e incondizionatamente a un uomo venuto dal cielo

Oggi sono io, un po cresciuta forse, un po più artista, un po più donna.

giovedì 11 giugno 2009

Nuoveaux temps..


Finalmente dopo tanto tempo, sono tornata qui, qui dove ho sempre cercato di esprimere le curve ondulate ben rielaborate di qualche emozione.Bé, forse, sarebbe il caso di stendere un bilancio, o magari di appuntare su un block notes tutto quello che è cambiato, che io ho voluto cambiare.Oggi mi chiedo, ci sono riuscita davvero?A volte sento ancora quello zaino, quel peso sulle spalle che fino a qualche tempo fa non mi aveva permesso la giusta apertura, l'adesione, la condivisione, il gusto delle cose, delle persone, che il mondo ci offre.Oggi, penso che non mi lascerò più condizionare dalle reazioni, dalla vita degli altri,è vero, molti di loro entrano nella mia, si fermano, osservano parole disordinate che compongono una frase: "qui hai il libero accesso", qui puoi entrare, rubare, strappare qualche fiore, macchiare con l'inchiostro le pareti più chiare.Così è stato, cosi non accadrà più.Forse la bellezza sta proprio nel tenere nascosto il proprio giardino, di custodire qualche segreto, di lasciarsi scoprire, lentamente.Sappiamo che il tempo corre, che rapisce, che dona l'effimero per poi privarcene.Ora mi sento parte di questa giostra, ora sento venire meno la mia ribellione.Ora so che sto cercando, non so cosa, non so dove, non so il perchè, ma lo sto facendo, perchè l'essere in continuo movimento è meglio dell'inerzia.Tutto si può perdonare, tutto è sempre uguale, tutto può cambiare..Io questo giardino lo sto costruendo, piano piano, e se so emozionarmi in modo particolare, accetterò anche di non accontentarmi se ciò che mi torna indietro non brilla della stessa luce. Sognando, ci meritiamo sogni di altrettanta bellezza, soffrendo, conosciamo le fatiche necessarie per comprendere, che la prossima volta sapremo superare anche questo, quello, anche la pioggia di un novembre difficile. Oggi,so percepire l'Immenso, lo carpisco dagli occhi di chi incontro, andando avanti per questa strada altalenante e così musicale, che a volte sembra cambiare suono, nota, a seconda di come si muovono i miei passi.Per ora, ho capito che mi basta questo.La paura a volte è la mia più grande sopraffazione, ho un cuore pazzo e difficile da gestire, dolci piaceri che scaturiscono dalle piccole cose, dallo sfiorare un tavolo dalla superficie liscia e morbida, dallo scrichiolare croccante di una chitarra, dal profumo delle mie sciarpe, dall'odore di lucciole di queste serate di inizio estate, dalle mie domande che non conoscono capo e fine, dalla mia mente che non va mai letargo , da pensieri che danzano in punta di piedi sulle corde di violini dispettosi e entusiasti, dal bello che mi attira,dal le fabouleux destin che il mio nome porta maliziosamente con se. Che il vento recuperi questi pensieri, e li faccia volteggiare, più di quanto io non ne sia già capace.