martedì 24 giugno 2008

Secca primavera..


Soffoco.Questo caldo non sta facendo altro che sbiadire la luce dei mie colori, ritratti nati nei riflssi di una pioggia d'argento,una tela crudele ha assorbito le sfumature più belle,rese concretamente visibili dall'amore di pensieri ribelli e incondizionati.Ma sono un estranea,non erano questi gli alberi in fiore che solo sognando donavano a questo corpo bollente una delle ombre più dolci.Non erano quelli i gesti, le parole.Questo posto non mi appartiene,non ho più voglia di naufragare, di perdermi perchè puntualmente ritrovarsi costa sempre a me stessa maggior fatica.Non è volare quel che voglio,perchè lasciarmi ferire da un asfalto spietato non ha fatto altro che consumare le mie ali.Ho sbagliato a lasciarle andare, ad accondiscendere il loro desiderio, convinta che un'altra fuga riuscisse a rendere più semplice accettare il mio ruolo, la mia condizione di una tra le più comuni mortali.Voglio bruciare su questa terra, voglio sporcare il mio viso di fango, trattenere sabbia nera tra le unghie,ingoiare anche le ciliegie più amare e scoprire che in fondo il loro sapore poteva recare tanta meraviglia e persuasione..Voglio annusare e accarezzare il mistero di una vita assaporata giorno per giorno dove non esista nè il mio passato, nè il mio futuro.Ora, oggi , adesso,questa notte, io sono, esisto e sento di poter sopravvivere senza il bisogno di lasciarmi coccolare da qualche instabile congettura .Ormai ogni conforto nato e cresciuto al di fuori del mio corpo sembra esser niente più che un misero consenso.Non ho più bisogno di chiedere permesso come una giovane mendicante,che con occhi d'indaco nascosti da una tela forata aspetta speranzosa sul gradino più gelido, macchiato dalla morbida neve d'oriente, che quella porta si apra, che qualcuno risponda e accolga la sua commovente richiesta,un desiderio incorporeo, fragile, meraviglioso.. ma la felicità non ha forma, ne profumo,non è una preghiera, nè una necessita persa nelle tante urla impazienti.E' qualcosa che si sente quando non ne si ha il bisogno, quando sembra andar bene così.Bè, io nn lo sarò mai, forse perchè quel che trattenevo tra le mani tremolanti non era mai stato abbastanza.Non ho più voglia di aspirare a sogni cresciuti e sepolti da tanta sproporzionatezza.Ho capito che maggiore è il bisogno di esser felici minore è la possibilità di riuscirci.Il tempo sarà sempre così spietato, la gioia così fugace.. In questo cuore sento solo grida di violini scordati,sento che i miei desideri sono semplicemente invecchiati forse perchè ho perso i miei orizzonti, e il mio sguardo non può far altro che imprigionarsi tra rami sottili e spinosi, in questo vuoto, invisibile, ma così doloroso..Sto soffocando, neanche le lacrime riescono a rendermi quell'elettricità, quel bruciore che mi arrossava le guancie, che costringeva il mio stomaco a piegarsi sul divano del mio salone,attorcigliata in una coperta nepalese.E l'illusione che questa mia prigione divenisse anche piacevolmente dolce sembra essere la mia ennesima delusione.Questo sole non smette di spargere le sue goccie, ora che ho strappato l'amore per il cielo dalla mia schiena, sono finalmente qui, le mie cicatrici piangono, sono coperta di polvere,e da questa luce che mi punisce consumando lentamente nel fuoco il ricordo del mio ultimo volo, prima di cadere, rannicchiata, nascosta da queste nuove radici, che nonostante vogliano sembrare così gentili, non mi restituiranno mai quel che mi è stato tolto.

lunedì 16 giugno 2008

Solo onde..


Una gelida marea, un turbine infinito di emozioni che ondeggiano, crescono e cadono sfrangendosi serenamente indifese nelle pareti levigate e tumultuose di una tempesta che sta nascendo.Se sono figlia, sorella, amica delle onde, perchè tutta quest'esitazione nel preferire restarsene su di una riva appuntita stretta,perfino la sabbia ha perso il suo smalto dorato, questa terra è testimone del mio passaggio, delle mie gioie e dei miei dolori.Le orme mi raccontano, sussurrano a qualche passante sconosciuto quel che ho amato e disprezzato di quelle dune informi, ogni errore commesso è divenuto una morbida ricchezza.Diranno che ho tanto peccato, che ho preferito il fuoco e desiderato il rischio, che ho voluto bruciare nelle mie esagerazioni senza aver paura di tornare ad essere cenere e poi dinuovo luce e nuovamente polvere.Amo, perchè l'odio non mi appartiene, piango quando ho il coraggio di mostrarmi debole difronte agli altri,sono vulnerabile, e forte allo stesso tempo,desidero essere perfetta pur non conoscendo il volto della perfezione stessa, desidero stabilità ma è la perdizione che mi rende davvero felice tingendomi di viola quando riesco a volermi bene, a volere bene..Diranno che i miei pensieri seguono i travestimenti della luna, ma è la sicurezza ad uccidere le speranze portando a storte disillusioni, amo il dubbio, odio il dubbio, amo il non sapere pur consapevole che è in grado di distruggermi, lo detesto perchè in un istante vivo, in un istante muoio.Diranno che non mi so accontentare, sbagliano, l'ho fatto nel momento in cui ho prestato attenzione ai loro bisbiglii, diranno che ho sempre creduto di essere speciale, ma sento solo di esser diversa,non migliore, diranno che bevo troppo caffè e che non colgo gli attimi, non nutro grande simpatia per il carpe diem, in un attimo tutto può iniziare ma anche finire, preferisco il tempo nella sua interezza, che mi culla, mi abbraccia,che cicatrizza le ferite abituandomi a sentire il bruciore superficiale di altre.Diranno che credo negli angeli, che quelle che chiamano coincidenze non sono altro che il soffice volteggiare delle loro piume, lasciate cadere sulla terra.Diranno che amo i colori e non vesto mai di nero, che ho una predilezione per il nord rispetto al sud, che in questo periodo sto imparando, sto scegliendo, sto cambiando..Diranno che preferirei versare lacrime per un nuovo miraggio piuttosto che essere cieca, diranno che ho tanto da donare anche se mi ripetono che non è il luogo nè il momento,e la bellezza in tutto ciò è che posso serenamente infischiarmene.Diranno che ho paura di essere felice, forse perchè dalla fugacità dei bei momenti non posso difendermi.Diranno che le onde mi stanno aspettando, che il mio oceano è lì, ad un passo.E Cosa mi spinge a fuggire (?), devo ancora scoprirlo.

domenica 8 giugno 2008

Pioggia che tutto lava e cancella..

Piove..Ed io amo la pioggia che mi libera dalle disillusioni, che mi allontana da pensieri nostalgici ingannevoli, affilati, quelli che la primavera riveste di una luce diversa, semplicemente più bella, distante dal loro realistico aspetto.Conosco a memoria quei ricordi, li ho stretti nello scomodo limbo della mia mente,lasciandoli libero transito pur consapevole della loro debolezza che nn avrebbe mai potuto sopravvivere al ritmo dei giorni e delle emozioni che avrei voluto vivere.Per questo non rinnego le mie scelte,il mio più grave errore è sempre stato quello di volermi ricredere pensando addirittura che le mie decisioni non fossero abbastanza ponderate..Ma, ho avuto la conferma che serviva, che putroppo mi ha dato nuovamente ragione...E questa pioggia ha ucciso il pericoloso effetto che i ricordi hanno su di me.Non esiste vendetta che possa nutrire, la ripicca appartiene a chi ha ancora molta strada da fare, a chi non smetterrà mai di dover crescere, a chi non ha personalità , a chi ferisce solo per guarire il proprio orgoglio.Ancora una volta della polvere, un passato che si sgretola morendo.Non volevo che finisse così, in questo modo, ma nel momento in cui le persone si incontrano non esisitono contratti a lungo termine, ci sono gli abbandoni, gli addii drastici e dolorosi ripensando ai giochi e alle vecchie foto in cui si era salvi, bambini.Se la viltà può rendere felici, che sia.Non è il riflettere la propria rabbia sugli altri che ci rende la consolazione di cui abbiamo bisogno..Ormai,non mi stupisce che anche le amicizie più belle possano finire, ma è sempre così triste quando accade.. se questo è il prezzo da pagare per chi diventa grande, vorrei solo tornare una bambina.