lunedì 8 novembre 2010

J'Entends Siffler Le Train .

Sento ancora il frastuono delle stazioni, il rumore dei binari che si investono, i colori e le espressioni frettolose della gente.
Passi svelti, tutto è così veloce, dal finestrino, solo pochi frammenti di una strada in corsa. Non c'è istante in cui non debba scegliere una direzione.
Salgo su quel treno,solo ronzii, bisbigli, sospiri. In quei fiumi di parole, di biglietti in tasca, di borse piene di appunti, di sbadigli, c'è tempo anche per il mio silenzio. In quel momento, dimentico di dover dimostrare a me stessa o a qualcuno,quello che sono.
Non ho voglia di parlare,non sento neanche la mia voce, quasi non mi vedo.
Magari ho qualche bottone fuori posto, i capelli arruffati, il rimmel che mi macchia le palpebre.I miei quaderni sono disordinati e fuggono dalla borsa, le penne si perdono. Mi estraneo, me ne vado.
Comincio a fare la cosa che preferisco, osservo, entro,sfioro anche solo con le ciglia, quelle nuvole di particolari che esplodono dagli sguardi.
Non me ne approprio mai, a volte sento di non averne il diritto, guardo per ricordare, per ispirarmi, per catturare senza derubare.
E' la mia musica preferita. E' il mondo, come gelato variegato.
Ognuno di loro decide di inziare un nuovo giorno, ognuno di loro avrà cambiato i suoi programmi per quella giornata, avrà rispettato un appuntamento importante, o forse l'avrà disdetto all'ultimo.Qualcuno dovrà sostenere un 'esame e avrebbe voglia di scappare ovunque pur di non scendere a quella fermata, qualcun' altro tiene sulle ginocchia lo zaino di scuola.
I bambini hanno gli occhi stropicciati, come me.
Gli adulti, sono preoccupati perchè pensano in fretta. Ma è lì che può ancora cambiare tutto. La giornata sarà anche inziata male, forse non c'è neanche il sole, ma una pioggia battente, come quella di stamattina. Eppure sento che tutto può cambiare, che si può sorridere anche se si saltano le pozzanghere, che posso almeno per una volta confondermi tra la gente, senza il desiderio di distinguermi.
E mi imbarazzo, se qualcuno si accorge di me. Divento improvvisamente, fragile. La mia curiosità si ghiaccia. Finisco per guardarmi anche'io.
Mi rifletto sul finestrino e vedo dietro di me, l'ombra di uno mondo pieno di cose. E a volte ne sento il peso, altre non saprei come farne a meno.Altre ancora mi sembra un qualcosa in più che paradossalmente non è abbastanza. Poi però, mi accorgo che i contorni di quel mondo, così tondo e irregolare, si adattano perfettamente ai miei, che i sogni si incastrano con la paura.
Ma quella porta si apre, la bolla si rompe. Torna a fruire il rumore,e quasi mi scappa un sorriso, perchè nonostante mi conosca a memoria, come una poesia riletta per anni in cui ci sono sempre parole che aquistano un potere diverso, che svelano un altro segreto,ho una nuova strada da attraversare, per cercare di far venire meno quella stessa paura.
In fondo, scesa dal treno, non riesco più a desiderare di rimanere invisibile. Rivendico i colori e quel mio strano atteggiamento, quando alzo gli occhi e rispondo da sola alle mie domande.


....Ah che personaggio, mano infilata in tasca; Arriva dondolando con fare indolente; Lei, conosce bene tutti i suoi turbamenti, le cadute in verticale, i suoi cambiamenti.Quando pensa, lei non pensa che a quell'istante, piange e sorride contemporaneamente... (Personaggio_ Patrizia Laquidara.)

3 commenti:

Esse* ha detto...

"Sbatto la porta
salgo su un treno.
Pura metafisica corre sul binario"

Sembra quasi di leggere anche me

Saim ha detto...

Bella immagine! Assaporare il mondo frenetico che ci circonda in tutti i suoi colori,quelli che percepiamo,quelli che ci cambiano, quelli che ci sviscerano e ci migliorano. Siamo noi che corriamo nel mondo e possiamo decidere di fermarci un attimo per poter crescere un pò di più! Un abbraccio =)

Panta Rei ha detto...

Il bello, è che finchè non scendi puoi immaginare di andare ovunque o che ogni persona che scende dal treno si dirigga in un luogo assurdo ;)

Un bel post... ho sentito molti rumori di cui hai parlato mentre lo leggevo.