sabato 27 novembre 2010

Distratta.


Ero nella mia stanza.
E' ora di uscire dalle coperte calde,è ora di guardarsi per estendere il bello di quello che si ha dentro anche fuori.Nella mia stanza si possono trovare e nascodere tante cose blu.Ci sono piume,si sparge il profumo sui libri lasciati aperti, i vestiti del giorno prima riempiono la sedia.
A volte penso, che quello che potrebbe essere chiamato disordine è molto di più, guardo quel maglione grigio e quei jeans e ci vedo l'emozione di ieri, il freddo, la pioggia, le canzoni ascoltate ieri.
Mi piace scegliere di lasciare tutto così, perchè amo affezionarmi alle sensazioni belle dei giorni precedenti.Magari perchè questa è una vita diversa.
Il buio di quando esco e rientro a casa mi lascia accesa.
Il treno e le montagne piene di neve che camminano veocemente quando mi appoggio al finestrino mi rendono il diritto che ho sempre rivendicato, quello per cui il motore degli eventi ha portato a rendermi come sono ora,quel mondo zuccherato che mi rende Diversa.
Oggi questa parola mi fa meno paura, parto da qui, forse perchè credo che sia la mia prima vera conquista.
Ultimamente sembra che si avvicinino le persone giuste, quelle che non c'è bisogno di andare a scegliere nelle matasse, quelle che io non devo cercare.
Mi lasciano qualcosa di loro, senza chiederlo e i miei vuoti piano piano si colmano. E' vero,non mi sento mai soddisfatta pienamente di ciò che sono e forse è un bene, perchè solo così sono spinta ad un nuovo passo, ad un altro gradino scosceso.
A volte commetto lo sbaglio di chiedermi quanto manchi al pianerottolo e così per salire un gradino impiego il tempo che strapperei per salirne cinque.Sbuffo, mi spettino.
Poi c'è sempre qualcosa che mi rimette in riga, per fortuna,perchè non vorrei perdermi per nulla al mondo la sensazione di arrivare senza essermene accorta.Così dimentico tutto, la fatica, addirittura il bruciore.
Capire gli altri mi aiuta in quest'impresa, vedo la paura di prendere delle decisioni, vedo mani che coprono gli occhi, e occhi che vedono poco.A volte mi sembra di intravedere il deserto in certe persone, possibile che abbiano lasciato seccare tutto?Nessun fiore ha fatto sentire degno quel giardino o qualcosa ha riservato a quelle foglie solo un'inverno freddo e improvviso,senza un autunno gentile che le facesse volare per aiutarle ad abbracciare la terra.
Mi chiedo, sarò in grado?
Sarò in grado di smantellare tutto questo catrame per l'anima?
Scelgo di riuscirci, nel mio piccolo, nell'intimo di ciò che mi porto dietro alle spalle e mi rendo conto che non potevo scegliere per me qualcosa che non mi comportasse della responsabilità.
Sembra quasi che sia finito il tempo dei compromessi esagerati, delle armonie pensate e dei pianoforti scordati che alla fine mi sono ritrovata.
Il pensiero di essere speciale mi pizzica, perchè mi sale il timore di cadere nella presunzione, nell'auotcelebrazione.
Ma nulla di tutto questo mi somiglia. Ho sempre fatto scivolare l'evidenziatore sui miei difetti, su quello che non ero, su quello che potevo fare e non.E invece oggi non faccio distinzioni, prendo il meglio di me e trasformo quello che ancora non è uscito fuori, scambio i colori scuri con quelli più accesi,mi taglio i capelli, mi metto lo smalto sulle unghie che non mangio più,e tutto quello che prima poteva somigliare al rumore della parola inferiore,è il particolare, è quel patrimonio di oggetti porta fortuna che distinguono una persona dall'altra.
E la mattina presto, mentre vado all'università, mi piace portare il cappotto rosso, infilare le mani in tasca, aspettare che quegli occhi si posino su di me e mi fissino, come faccio con loro.
Mi piace fare parte di quel tipo di donna che nota quello che per molte sarebbe meno di niente.
In quel momento sono felice,posso prendermi lo sfizio di un piacere senza rubarlo a nessun'altro.
Quelle mattine mi sento osservata con una dolcezza che mi era sembrata perduta,e lì dietro, ho paura ad ammetterlo, a pensarlo, ad immaginarlo, ma vedo qualcosa che mi somiglia come mai mi era successo.
Non è che un appuntamento fisso con la tenerezza;
Con una neve che non gela;
Con fantasie che prendono il sopravvento sul presente.
Diventa un incontro che mi addomestica, perchè non guarda indietro e mai avanti.
E' solo lì, in quel momento, in quel minuto, è per me.Solo per me.

1 commento:

Panta Rei ha detto...

e poi il cappotto rosso e i capelli corti ti stanno bene... ;)
stai creando e scoprendo una nuova dimensione tutta tua, goditela