giovedì 22 luglio 2010

NOn chiederci la parola."Possiamo dirti solo quello che non siamo e quello che non vogliamo".

Paura.
Ne ho, ne ho tantissima.Disorientarmi è rinnovarmi perchè implica il fatto che io debba scegliere,ma allo stesso tempo posso sbagliare strada, posso confondere i segnali,posso vedermi in un modo e desiderarmi in un altro.Il dubbio è come uno sciroppo amaro che non sai se mettere in bocca o meno. Rimane quel sapore che fa storcere la bocca, che ti apre una possibilità e te ne preclude un'altra.
Non so più di cosa ho bisogno.
Di cantare forse, di scrivere, ma sento che sto esaurendo il materiale,che ho poche emozioni da vestire, vedo solo panni sporchi.
Non so davvero cosa raccontarmi, ci sono fiabe che ancora non conosco e storie di nodi incantevoli da disbrogliare, ma non riesco a vedere, non riesco a sentire. Ho provato a ricucire anche i brandelli più consumati, ho trasformato uno strappo in un'altro vestito, più bello dicono, più bello, lo credo anche io.
Non sono io a scegliere cosa creare o ricreare o cosa distruggere, è il mio filo, che mi caccia nei guai, che mi portava in cielo a guardare cosa combinassero "quelli là" quaggiù.Ora il mio stato emotivo è sdraiato sulla linea del mare, posso sporcarmi un po' di sabbia e bagnarmi di sale, ma ormai sono poche le volte in cui mi bastava voltare lo sguardo un po' più a destra e riuscire a vedere quella luce fioca e lontana, quella porticina rosea da cui ogni tanto si affacciava il piccolo principe,a volte Peter che mi amava come fossi Wendy, a volte un poeta squattrinato o un suonatore d'armonica al quale bastava carpire i miei segreti per dare un suono a quei pensieri,a quelle nuvole che mi scendono sui capelli.C'era Orfeo che guardavo piangere di nascosto, dietro un albero, e i gabbiani che per me rappresentano anime senza ali invisibili,come le mie.
Ho paura perchè mi sembra di essere il pezzo mancante di uno dei più bei puzzle mai visti, ma non riesco ad incastrarmi, non trovo gli altri pezzi e mi chiedo dove siano nascosti, dove debba andare a cercare, dove debba aspettare.
Ti diranno, segui il cuore, senti, esisti, crea.
Ecco, io voglio farcela, io la voglio lasciare una traccia in questo posto e la voglio profonda,come una cicatrice senza ferita, come una finestra che apre un nuovo mondo.
Come un quadro, vorrei che chi passasse per caso, ogni giorno, mi imparasse a memoria e si accorgesse ogni giorno di nuovi personaggi, ogni giorno di nuovi colori, ogni giorno scoprisse la storia, il volto, le espressioni di tutto ciò che vede.
Sono uno zaino da riempire e allo stesso tempo sono io stessa che devo piano piano traboccare di stoffa, ricordi e vita vera,senza riflessi sui vetri, senza la presenza del prima, del poi, e del "se".Solo corpo e mente abbracciati all'unisono,con l'inizio che presuppone un addio, un ritorno, o un arrivederci che è quello che preferisco,quando le strade si dividono e poi si rincontrano in altre vesti,in nuovi ruoli.Cambiati.
Cambiare è forse la cosa più bella in cui noi umani possiamo riuscire, dove non esiste cosa che trascenda, dove abbiamo il libero arbitrio e nessuna legge che ci obblighi a non evolverci.
Posso rinnovarmi, posso inaugurarmi con un diverso taglio di capelli per una nuova primavera a novembre.Solo che ora, non riesco a sentire, non vedo niente, non scelgo niente, ma desidero.
E' l'effetto del futuro, quando non sembra più così lontano e non è più una distrazione dalla realtà vera,ora è "solo" presente.
Tremo, mentre canto.

3 commenti:

Unknown ha detto...

Mi lasci senza parole.
Siamo talmente simili che senza saperlo dai parole al mio caos.
Sei fantastica, amore.


Laura T.

Demian ha detto...

Lasci molti segni, e nemmeno te ne accorgi. Ed è proprio questo che devi fare nella vita. Manifestarti. Esplodere. Schizzare. Scrivere.
Perché quando fai tutto ciò, è inevitabile che nasca qualcosa di bello. Prova a rileggerti, ad ascoltarti, e vedrai.
Un abbraccio, D.

Panta Rei ha detto...

ecco... aspettavo proprio queste parole, soprattutto le tue ;)

inconsapevolmente sentendoci persi attiriamo una nuova strada... perdendoci troviamo quella giusta.

è difficile sentire, esprimersi, scrivere e disegnare quando si è fermi.. quando si è persi, quando si cammina, quando si sbaglia e ci si mette alla prova.... quando si rischia di "cambiare" e finalmente si cambia, allora si che si lascia il segno... cosa che non sai ma ti viene molto bene =)

adesso mi mancherebbe solo sentire la tua voce che ancora non conosco ;)

per il resto sei a buon punto...
(curiosa la cosa del puzzle... che poi ti racconterò)