mercoledì 17 febbraio 2010

Quasi MArzo

Se avessi la possibilità di rinascere o decadere mi ritroverei in uno di quegli stati mentali che spesso riempiono come una soffitta impolverata la scatola eccentrica del mio cervello, un organo verso il quale nutro della compassione incomparabile, viste le scariche elttriche dei pensieri,isterici come defibrillatori sul cuore di un cardiopatico.
Quante volte incalziamo i nostri discorsi usando la parola fine.Ammetto che ci faccia sentire importanti e padroni della nostra piccola esistenza.
In quanto umani siamo creature strambe,a volte ci limitiamo da soli, o per la paura di non riuscire a controllare la nostra luce o perchè dobbiamo rendere straordinaria la nostra avventura in questo posto, immaginando vetrate inesistenti,al dilà delle quali tutto sembra più bello e più appagante di quello che già abbiamo nella nostra stanza.Ma..nonostante le inclinazioni di uno spirito ancora in cerca di definizione,
sono riuscita a costruirmi una magnfica scenografia dove posso sentirmi l'attrice principale.Un pavimento caldo e delle lenzuola bianche,quelle che hanno un profumo speciale,semplice, pulito, come l'odore di queste prime giornate in cui il sole non si nasconde.
Oggi la pioggia che mi ha sempre favorito emozioni sembra aver perso il suo ruolo.
La sentivo gocciolare su quella finestra, la sentivo mentre sgambettavo frettolosamente per strada, si mescolava alle foglie e mi intricava i pensieri più di quanto non lo fossero già.
Cadevano le sensazioni, e la musica che capitava in radio sembrava sempre la giusta colonna sonora per quelle lacrime di cielo che rendono poetica qualsiasi cosa mi accada.
Mai come ora però, abbiamo tutti bisogno di scaldarci un po, almeno dentro..
IMMagino tempeste solari, bollicine d'arancio che volteggiano e palpitano con il cuore..Non fa più freddo.
Sono nella mia stanza, assieme a tutto che quello che immagino, cè una finestra, ed è così bella, grande, a misura dei miei sogni.
Non ero mai riuscita a guardarla davvero,afferrarla solo con lo sguardo significava bucare la seta sottile che ho creato con gli anni, per difendermi e proteggere quel mondo a cui sono tanto affezionata, quel palcoscenico che mi vede protagonista e spettatrice sempre troppo critica di me stessa.
Così mi sono specchiata su quel vetro e ora conosco bene i miei contorni e li sento unici. Non cè appartenenza, nulla corrisponde a me,semplicemente ..Vedo me.
Meravigliosamente così come sono, con ogni strappo, con ogni orlo storto, con magnifiche linee trasversali ben delineate, con quei vuoti che sto riempiendo,con gli eccessi che sto educando,e con i difetti che sto svestendo.
Basterebbe affacciarsi, e respirare quell'aria che ho solo immaginato.
Sono come una bambina che a volte prende in prestito un leggero broncio per trovare il coraggio di sfilare le rotelle colorate dalla sua bicicletta.Un rifugio, o forse una sicurezza senza la quale non saprei come rimanere in equilibrio.
Ho paura di oscillare e di sbucciarmi le ginocchia..perchè il bruciore sarebbe diverso.. reale, vivo, senza costruzioni cadute a terra, senza pensieri dorati che hanno perso le ali, senza uno sfondo di pioggia che mi sussurri: bè anche la tua malinconia sa essere perfetta nel suo grigiore e nel suo senso di sospensione. Ma oggi sento che il sole mi fa bene.Non posso desiderare una pimavera migliore di questa..è il profumo di un età che si chiude, e della bambina che cresce, che si riconosce tra la gente.
E' l'aria che coccola questi dolcissimi diciannove anni.

2 commenti:

Demian ha detto...

Certo, che la pioggia è molto bella quando siamo in grado di apprezzarla, e l'umidità delle gocce ammorbidisce il paesaggio e il nostro cuore. Ma forse, più di tutto serve a farci notare quando esce il sole, che ci apre veramente gli occhi e ci da vita. E allora, Ar, cammina sotto questo sole e riempiti di luce, per vederti ancora meglio e apprezzarti ancora di più, ché sei piccola, come me, e sarai sempre migliore crescendo, se lo vorrai.
Buona passeggiata =)
Un abbraccio, D.

Unknown ha detto...

c'è stato un tempo per la pioggia, anche per me... adoravo le giornate di uggiosa foschia, le foglie gialle stese a terra come un esercito al momento della resa... poi ho iniziato a scoprire che la malinconia sa essere anche crudele, mentre il calore di un sorriso colorato è sincero, come la felicità, quando la si incontra... ora non c'è inverno in cui non aspetti la primavera... non so se è perché sono cresciuto, è solo andata così...
ps come sempre hai regalato il tuo pensiero in modo meraviglioso. ciao