lunedì 24 dicembre 2007

E il natale respira..

E ci siamo, oggi è natale,.Eppure sento già la sottile nostalgia di queste giornate fredde, trascorse così, un po con me, molto più di quanto avessi mai fatto.Esaminare se stessi sembra esser molto più semplice rispetto a ciò che può essere ascoltarsi,e parlarsi dentro, nel profondo.Devo dire, sono sulla buona strada, quest'anno che fugge mi lascierà solo qualche ricordo sbiadito, un diario di vetro,dove ho scritto me, dove spesso le parole sono sembrate diamanti, che ho lasciato brillare con i giochi di luce di qualche emozione,così sono stati in grado di proteggere il cuore delle mie sensazioni,ingenuamente sincere.Vorrei solo che il natale quest'anno lasciasse qualche segno negli occhi impassibili delle persone, che li sguardi persi si ritrovassero in un cielo di stelle e che i rancori si addormentassero leggeri nella neve, vorrei che ci si sentisse liberi, senza scopi, ricerche, pensieri, senza respingere,ottenere, afferrare o abbandonare,forse è vero, è necessario perdersi per ritrovarsi, quest'anno mi ha permesso di comprendere, e tutte quelle notti insonni, quel sapore amaro che spesso ho sentito stringermi l'anima, l'infondata sensazione di non essere abbastanza ,hanno avuto un senso ,non è più necessaria quell' insistente speranza che qualcosa possa cambiare, sono stata io a farlo.Così ricordo il natale della mia infanzia, le passeggiate notturne a piazza Navona, e il sorriso di uno dei tanti artisti di strada, Marcèl,chissà,sarà cambiato, qualche solco sul viso,e il tipico carismatico sorriso francese di chi sorride stringendo nelle mani un cappello con qualche moneta,e in quel luogo, nonostante i passi frenetici e svelti dei passanti,il tempo sembra ancora essersi fermato, e i colori di vecchi pennelli ravvivano qualche ritratto,assieme a giovani violinisti che si servono del vento per far danzare le loro note invisibili.Così il gran cenone di natale, i gorgheggi di claudio Villa che inmancabilmente lasciano cadere una lacrima dal volto teso di mio nonno, e i regali che passano di mano in mano,dei quali mai come ora so di non sentire il bisogno, perchè si sa, i desideri più grandi non sono mai materiali.E poi, ovviamente ci sono io, la guarda stelle per eccellenza, mi allontano per qualche secondo, e respiro quella brezza natalizia fuori dalla finestra, guardo in alto,colgo quello che i miei occhietti vogliono vedere, niente renne in corsa, afferro la mia stella, lascio spiegare le ali ai miei desideri, mi ricongiungo alla grande famiglia, e sorrido, la dolcezza perduta del natale mi è entrata negli occhi, almeno per questa sera.

1 commento:

Demian ha detto...

Salve, ho aspettato un po' per leggere il tuo primo intervento.
Questo Natale mi ha davvero occupato tutto il tempo disponibile.

Ma il Natale, è bello per questo. Ci fa dimenticare tutto quello che dovremmo fare, e ci solleva la testa verso uno stato di felicità (talvolta apparente) più stabile.
Vorrei sperare che possa essere possibile che questa sensazione permanesse. Ma, ecco, che il nuovo anno arriva, e le lucette intermittenti stanno per essere spente, e torniamo ai soliti problemi.
Io, però, continuo a sorridere, e, spero anche tu.
:)